Ubicata sul corso XX Settembre, poco distante dal Palazzo del Seminario e dalla Cattedrale, la chiesetta della Trinità o dell’Eterno Padre, è di fondazione cinquecentesca, ma è stata più volte rimaneggiata nei secoli successivi. Si tratta più che di una chiesa, di un piccolo “oratorio”, “U Ternu Patru” nella denominazione dei cariatesi, che ha avuto, però, una grande importanza nella vita religiosa locale dei secoli scorsi. Qui, infatti, aveva sede la Confraternita Compuntiva della Passione, nata nel Seicento e rimasta attiva fino alla metà del 1800.L’edificio chiesastico presenta un’architettura di estrema semplicità, con tetto a capanna, coperto dalle tipiche tegole ricurve in terracotta (“ciaramìli”, in dialetto cariatese ), un lineare portale d’ingresso, sormontato da una finestra rettangolare, e, più sopra, da un campaniletto a vela, con campana in bronzo del XVII secolo. L’interno è costituito da un’unica navata, che presenta al centro un arco a botte molto ribassato; la copertura è in travi di legno. Sul lato sinistro, in alto, si aprono due finestre, che danno luce al piccolo vano. Recenti lavori di consolidamento e restauro della chiesetta (primi anni ’90 del secolo scorso) hanno eliminato (perché molto rovinato da un crollo del tetto della chiesa) l’altare in pietra e calce addossato alla parete di fondo del presbiterio. Su di esso era collocato (e lo è tuttora), un anonimo dipinto ad olio del XIX secolo raffigurante la Trinità,ispirato ad dipinto con lo stesso soggetto del celebre pittore calabrese cinquecentesco, Pietro Negroni. La figura del Padre Eterno è rappresentata seduta tra le nubi del cielo, e attorniata da piccoli putti alati, mentre regge tra le sue braccia un Cristo crocifisso, sulla cui testa aleggia una colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo. Di fronte al nuovo altare, si può notare una botola sul pavimento, chiusa a vetro, che costituiva, nei secoli passati, l’accesso alla fossa comune dove venivano seppelliti gli adepti alla Confraternita.
(Franco Liguori)
Un progetto ideato e curato da:
Prof. Andrea Calabró, Gabriele Alterino, Valentina Acri Arcuri.
Si ringrazia per la gentile collaborazione:
Alda Montesanto, Katja Maria Sapia, Assunta Scorpiniti, Prof. Franco Liguori, Associazione Fotoamatori Cariati.
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