Il Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni (MuMAM) di Cariati appartiene alla tipologia dei musei etno-antropologici; è ospitato nell’antico Palazzo Chiriàci, nel cuore del centro storico. L’edificio, risalente alla prima metà del Settecento, è appartenuto alla famiglia gentilizia dei Chiriàci il cui ultimo erede, non avendo figli, nel 1927 decise di donarlo al Comune di Cariati. Dal 2009 al 2012, grazie a un finanziamento concesso dalla Regione Calabria, il palazzo è stato sottoposto a restauro. Nell’anno seguente, con la partecipazione a un bando del Gal Sila Greca, il palazzo è stato arredato e predisposto per diventare la sede museale comunale. Dopo un lungo fermo, è stato completato e aperto al pubblico nel luglio 2022, divenendo uno dei musei più attivi, frequentati e visitati del territorio.
Il MuMAM si sviluppa su due piani. Sull’ampio ingresso si affaccia la Sala dell’Agricoltura e delle Culture Contadine, con tanti interessanti elementi del mondo agro-pastorale e della sua cultura millenaria; nella sala sono anche rappresentati i mestieri più tradizionali, e cioè l’antica Arte Vasaia e la Tessitura al Telaio di coperte, asciugamani e altri capi di corredo.
Da qui si accede alla Sala del Mare e delle Culture mediterranee, in cui campeggia un pittoresco gozzo calabrese, simbolo di un affascinante mondo di pesca e della rinomata tradizione dei maestri d’ascia cariatesi; tanti, gli oggetti, le storie, le immagini d’epoca e i documenti cari al ricordo di chi ha vissuto e ancora vive la comunità del mare di Cariati che nel suo sviluppo e nella sua definizione è di epoca più recente.
Il percorso narrativo prosegue raggiungendo, attraverso una graziosa scalinata, la Sala delle Migrazioni e dei Cammini, in cui è narrata la parabola migratoria del popolo cariatese: dai percorsi transoceanici della seconda metà dell’Ottocento, che hanno portato tanti cariatesi in quella che era definita l’America “ricca” (lo stato di New York, l’Iowa…) e molti di più nell’America “povera” (l’Argentina), al grande esodo migratorio che ha condotto migliaia di cariatesi e tante famiglie nella Germania Federale, a partire dalla fine degli anni Cinquanta del 900. Ampio spazio è dedicato anche al cammino in entrata dei nuovi italiani che vengono da lontano e vivono integrati con la popolazione locale, a partire dai primi arrivati dal Marocco, poi da Romania, Russia, Polonia, dalla Cina, quindi da Nigeria, Siria, Afghanistan e altri Paesi, in molti casi attraverso viaggi pieni di pericoli e di speranza in una vita migliore.
In posizione centrale, sempre al piano superiore, l’ampia Sala Convegni, divenuta punto di riferimento per l’incontro e il dibattito culturale e civile della popolazione del luogo e del territorio. Indicata anche come Sala delle Arti e della Storia, ospita le mostre permanenti di tre rinomati artisti locali, cimeli ottocenteschi riguardanti la vita ecclesiale e il mondo della proprietà terriera, e una sezione storica con il racconto di Cariati dalle origini alla seconda guerra mondiale.
(Assunta Scorpiniti)
Un progetto ideato e curato da:
Prof. Andrea Calabró, Gabriele Alterino, Valentina Acri Arcuri.
Si ringrazia per la gentile collaborazione:
Alda Montesanto, Katja Maria Sapia, Assunta Scorpiniti, Prof. Franco Liguori, Associazione Fotoamatori Cariati.
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