San Cataldo

San Cataldo è una figura di estrema importanza per la comunità di Cariati, e la sua venerazione è profondamente radicata nel cuore dei cariatesi e di molti devoti provenienti dai paesi circostanti. Ogni anno, durante la festa del 9 e 10 maggio, i cittadini rinnovano con affetto il loro incontro con il Santo Vescovo, celebrando una festa dove la fede gioca un ruolo fondamentale nella vita quotidiana.

San Cataldo, conosciuto anche come San Cataldo di Taranto, è oggetto di profonda devozione nella Chiesa Cattolica. La sua storia e tradizione sono tramandate di generazione in generazione, narrando che sia nato a Taranto nel XII secolo e ha dedicato la sua vita alla diffusione del messaggio divino e all’assistenza per i meno fortunati.

Definito anche “il Santo navigatore”, San Cataldo fu un vescovo irlandese nato tra il 610 e il 620, che svolse importanti ruoli come abate di Lismore e successivamente come vescovo di Rachau. Durante un viaggio in Europa nel 666, raggiunse persino Gerusalemme. Nel tragico ritorno, naufragò presso Taranto, dove fu calorosamente accolto e compì numerosi miracoli. Morì nel 685, ma fu dimenticato fino al 1094, quando il suo corpo fu ritrovato nella Cattedrale tarantina durante la riedificazione dopo la distruzione causata dai saraceni. Una crocetta d’oro con inciso il suo nome e la sede episcopale rivelò la sua identità. Da allora, il suo culto si diffuse in molte zone dell’Italia Meridionale, inclusa Cariati, di cui è Compatrono e Protettore.

La festa del 9 e 10 maggio rappresenta ogni anno un affettuoso incontro della popolazione con il Santo Vescovo, e moltissimi fedeli dei paesi vicini partecipano con sincera devozione. Nonostante pochi documenti sull’origine del culto, molti concordano sul fatto che i pescatori locali che si avventuravano fino al Golfo di Taranto con le loro imbarcazioni introdussero il culto a Cariati e altre località calabresi. Il culto ebbe un forte incremento sotto l’episcopato di Francesco Gonzaga, che nel 1647 fece restaurare il santuario dedicato a San Cataldo, situato nella contrada omonima, a tre chilometri dall’abitato, vicino alla spiaggia.

Numerose leggende circondano la devozione a San Cataldo, come il racconto del ritrovamento da parte dei pescatori di una statua del Santo sulla spiaggia, che venne prodigiosamente ritrovata il giorno successivo nello stesso luogo, indicando la volontà del santo di avere una chiesetta eretta proprio lì.
Chiesa di San Cataldo

Uno degli episodi più celebri della vita di San Cataldo è il miracolo del “pane di San Cataldo”, dove durante una grave carestia a Taranto, il santo distribuì equamente il poco cibo rimasto in città ai poveri, e miracolosamente il cibo si moltiplicò, garantendo a tutti un sufficiente ristoro. Questo gesto di carità e prodigio consolidò la reputazione di San Cataldo come protettore dei bisognosi.

La festa religiosa segue lo schema delle feste patronali dell’Italia meridionale, coinvolgendo emotivamente e religiosamente i fedeli, emigrati, pellegrini e persino coloro che si definiscono non credenti. Oltre all’aspetto religioso e culturale legato alla tradizione, la festa offre un’opportunità di grande aggregazione sociale, a cui nessuno si sottrae. Si inizia con un Novenario e un Triduo di preghiera nella Cattedrale, addobbata con il tradizionale “parato”, e la sacra effigie del Santo, scolpita dal Vescovo Tria nel 1726 da artisti di scuola napoletana, viene portata in processione per i vicoli del centro storico, seguita da un lungo corteo e accompagnata dalla banda musicale.

Durante la processione, i fedeli esprimono pubblicamente la loro riconoscenza al Santo dispensatore di grazie, con aspetti della religiosità popolare come i bambini vestiti come il Santo, le donne che camminano scalze e cinte di corda e gli uomini che trasportano il “majo” votivo, un enorme palo addobbato con dolci rustici chiamati “cudduredd i Santu Catavuru”, ricoperti di zucchero e decorati con fiori e nastri colorati.

Il momento più emozionante è quando la statua di San Cataldo è posta sul punto più panoramico dell’antica cinta muraria per la benedizione del paese e del mare, particolarmente attesa dai pescatori, e il momento è accompagnato da fuochi pirotecnici, applausi e musica festosa della banda musicale. La processione prosegue verso il santuario costeggiando un tratto di mare, e durante il percorso, i fedeli e coloro che chiedono o hanno ricevuto grazie possono partecipare con profonda devozione.

I festeggiamenti civili nel centro storico con luminarie, intrattenimento musicale, bancarelle, giostre e fuochi d’artificio, attirano giovani provenienti dai paesi circostanti. Dopo la festa, il santuario diventa meta di continui pellegrinaggi, con persone che “vanno a trovare” San Cataldo come a un amico, riflettendo la spontaneità della devozione nella vita quotidiana. Nella prima domenica di giugno, la Venerata Statua viene riportata in Cattedrale con una processione che conclude le manifestazioni religiose.

San Cataldo testimonia l’importanza della fede e della spiritualità nella vita dei cariatesi, che si rivolgono al Santo come a un amico nelle loro necessità e difficoltà. Oltre a essere un punto di riferimento spirituale, la figura di San Cataldo attira visitatori e pellegrini, contribuendo a unire la comunità di Cariati in una celebrazione vibrante e significativa. La sua devozione e tradizione continueranno a ispirare e unire le persone, mantenendo viva la fede e la spiritualità per le generazioni future.

(Alda Montesanto)

Comune di Cariati

Cariati: svela i segreti, trova i tesori

I Love Cariati

Cariati: svela i segreti, trova i tesori

Un progetto ideato e curato da:
Prof. Andrea Calabró, Gabriele Alterino, Valentina Acri Arcuri.

Si ringrazia per la gentile collaborazione:
Alda Montesanto, Katja Maria Sapia, Assunta Scorpiniti, Prof. Franco Liguori, Associazione Fotoamatori Cariati.

Parte tecnica e programmazione mappa a cura di:
Progetto

Info, domande, richieste, collaborazioni.

info@ilovecariati.it

Maintainer

Richieste, domande, segnalazioni techiche.

hello@tastevanilla.com